Nato a fine 2019 per volontà del collezionista Renato Montalbano e di suo figlio Giorgio, il Registro Storico LMX Sirex ha debuttato a livello internazionale con una presenza ufficiale alla Techno Classicadi Essen. Un registro nato allo scopo di riunire i possessori di vetture LMX, gli appassionati e simpatizzanti di questa storica marca.
La LMX Sirex è una vettura granturismo prodotta in Italia nel 1969, a completamento di due anni di studi, pensata come un concentrato di soluzioni tecniche innovative a partire da una telaistica realizzata da Michel Liprandi su di un progetto per auto sportiva di Gioachino Colombo. Con una carrozzeria leggerissima in fibra di vetro, la LMX Sirex fu firmata dallo straordinario maestro del design Franco Scaglione, creatore di uno stile che testimonia l’evoluzione dalle linee curve della Alfa Romeo “33 stradale“ a quelle esasperatamente tese, caratteristiche della successiva Intermeccanica Indra. Un vero e proprio punto di passaggio con soluzioni stilistiche diversissime fra di loro, ma con un unico inconfondibile tocco.
L’auto era costruita dalla Eurostyle di Torino guidata da Ivo Barison, una carrozzeria industriale che allestiva prototipi ed esemplari unici e vetture granturismo su richiesta di una clientela facoltosa, che richiedeva prodotti esclusivi e realizzabili unicamente attraverso una produzione artigianale di alto livello. In quegli anni in Torino era venuta a crearsi una straordinaria concentrazione di aziende per la produzione di veicoli a motore, con laboratori, studi di progettazione e designer caratterizzati da standard qualitativi ai massimi livelli al mondo.
Alla Eurostyle si erano affidati Gianni Mandelli, un imprenditore lombardo, e il progettista Italo-francese Michel Liprandi, i quali avevo avevano creato a Milano la Limaplas e si erano rivolti alla carrozzeria torinese affinché costruisse per loro una vettura sportiva, nel solco della migliore tradizione italiana, così da abbinare caratteristiche innovative e prestazioni di rilievo, a componenti meccanici affidabili, con costi gestionali contenuti. Il progetto prevedeva l’abbinamento di una carrozzeria leggerissima a un collaudato propulsore a sei cilindri Ford, che rendeva l’auto potente (210 cavalli ) e affidabile, attraverso una tecnica di sovralimentazione sviluppata dall’ex tecnico Ferrari e pilota Michael May. Oggi a distanza di mezzo secolo dall’avvio della produzione, dei 40/50 esemplari di questa granturismo italiana ne rimangono poco più della metà, in maggior parte in possesso di collezionisti stranieri.
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